Intervista a Mattia Aru: L’emozione di vestire la maglia del Capoterra.

“Contro Bergamo dobbiamo dare il massimo. Concentrazione e intensità di gioco sono la chiave giusta e forse solo così potremmo portare a casa una vittoria”.

Classe 1994 Mattia Aru è un mediano di apertura ed estremo. Il suo amore per la palla ovale risale all’età di 7 anni quanto ha calcato per la prima volta il comunale di Capoterra indossando la maglia dell’Amatori. Con la formazione cagliaritana ha onorato tutti i campionati giovanili fino ad esordire, all’età di 18 anni, in serie A, titolare inamovibile per tre stagioni, fino alla retrocessione in serie B e il suo passaggio tra le fila del Centurioni Rugby di Lumezzane. Due anni fa il ritorno a Capoterra per indossare quella maglia che Mattia ha praticamente tatuata addosso. Anche per lui, come del resto per tutto il gruppo, è stato un inizio di stagione davvero importante. È arrivata qualche meta ma dai suoi piedi sono arrivate le trasformazioni alle mete e i punti sulle punizioni. Così come accaduto domenica in casa contro Novara.

Ma che gara è stata quella contro la formazione piemontese?

“Abbiamo affrontato una neopromossa e ho visto in loro qualche difficoltà nel gioco e soprattutto nel confrontarsi con una squadra esperta come la nostra. Abbiamo espresso un buon gioco per tutto il match e il risultato è stato il giusto premio a quanto fatto sul prato del comunale. Abbiamo vinto quattro gare su quattro e questo per tutti noi è un risultato fantastico che ci permette di lavorare con maggiore tranquillità, pensando soprattutto di continuare su questa strada… senza mai rilassarsi troppo”.

Il tecnico Queirolo da voi chiede il massimo, soprattutto spera che si evitino quei black out difensivi avuti nelle prime tre gare. Domenica questo non è avvenuto. Il lavoro settimanale comincia a dare i frutti sperati?

“Essendo una squadra con dei giocatori nuovi è normale avere qualche difficoltà, ma piano pian, con gli allenamenti e i consigli del coach, si migliora sempre più, per evitare certi cali con squadre, come quelle che affronteremo nel proseguo della stagione, che ci daranno certamente gran filo da torcere”.

La tua partecipazione ovviamente è determinante, soprattutto la tua mira nei piazzati… che sensazione si prova nel vedere il pallone volare e superare i pali?

“Amo tantissimo questo sport e con me stesso sono molto duro perché voglio la perfezione e, quando sbaglio qualche calcio piazzato… beh ci rimango davvero male. Viceversa quando vedo che il pallone va dentro i pali sono come un bambino felice perché ho conquistato punti importanti per la squadra che, in quel momento, si fida di me e, solo trasformando o realizzando calci, sono sicuro di non deluderla”.

Un gruppo che quest’anno è più determinato rispetto a quello degli anni scorsi… merito anche dei pochi ma mirati innesti e del fatto che pian pianino cominciate a prendere consapevolezza delle vostre forze?

“Gli innesti operati dalla società in estate, sicuramente stanno dando una mano, ma credo che la cosa che ci ha fatto cambiare è stato l’arrivo di Juan Manuel Queirolo. Un tecnico che ci da tranquillità e si fida dei giocatori che manda in campo. Con lui abbiamo un bel rapporto e questo è fondamentale quando ci sono dei giocatori con delle buone qualità”.

Domenica si gioca a Bergamo. Il quart’ultimo posto della formazione lombarda non deve trarre in inganno. Ha giocato solo due gare (una vinta e una persa), si va a casa loro dove, davanti al pubblico amico è sempre difficile. Come affronterete questa trasferta?

“Bergamo è una delle prime squadre toste che affronteremmo in questo campionato, quindi dovremmo essere concentrati, non sbagliare quasi nulla e ogni minima occasione sarà da sfruttare. Dobbiamo dare il massimo. Concentrazione e intensità di gioco sono la chiave giusta e, forse solo così potremmo portare a casa una vittoria”.

I tifosi sognano… è lecito parlare di serie A o è prematuro?

“Serie A? Quando inizi un campionato e arrivano subito dei buoni risultati, è normale fantasticare ma stiamo con i piedi per terra e viviamo di giornata in giornata e, come ama dire il coach, solo alla fine tireremo le somme. Finora abbiamo giocato con squadre di bassa classifica e quindi, credo sia ancora troppo presto pensare al salto di categoria, almeno noi non ci pensiamo minimamente, ma posso dire che io ci credo e farò di tutto affinché a fine stagione si possa festeggiare qualcosa di meraviglioso”.

Bergamo vs Rugby Capoterra

Ufficio Stampa
Amatori Rugby Capoterra