Un pensiero per Chicco.

Una notizia che ha scosso la comunità di Capoterra, quella arrivata dall’ospedale Brotzu martedì scorso: “Chicco non c’è più”.

Una notizia che ti svuota e apre la scatola dei ricordi, soprattutto per chi con Chicco aveva condiviso il lavoro, il rugby, le partite e gli allenamenti. Lui la palla ovale l’aveva nel Dna. Giocatore prima e allenatore delle giovanili dopo.

“Mi sono preso e ci siamo presi come società, qualche giorno per cercare di metabolizzare l’accaduto ma non sono bastati, perché Chicco era un uomo, un ragazzo che aveva grandissime qualità, tanto che era amato da tutti – ricorda Andrea Cogoni presidente dell’Amatori Rugby Capoterra.

Ha sempre amato il rugby, fin da bambino, vestendo la maglia dell’Amatori Capoterra, sia nelle formazioni under e poi con la prima squadra, facendo un percorso parallelo sia da giocatore che da allenatore delle giovanili, dandoci grandissime soddisfazioni.

Un ragazzo ben voluto da tutti. Una colonna portante del rugby Capoterra. Una di quelle persone che lavorano alla base e non emergono, non avendo uno specifico ruolo apicale. Una di quelle persone fondamentali all’interno di una società senza le quali non si arriva a fare nulla di buono.

Una notizia che ha rattristato tutti noi e tutte le componenti societarie ma anche chi, al di fuori dell’Amatori Capoterra ha avuto modo di conoscere Chicco. Ovviamente per noi del Capoterra, che praticamente siamo una grande famiglia, è come se fosse venuto a mancare un fratello.

Noi tutti ora siamo vicini alla compagna e ai figli molto piccoli di Chicco e quindi anche questo moltiplica il nostro dolore. Ovviamente l’impegno che ci dovremo prendere come associazione e comunità è quello di stare vicini a questa sfortunata famiglia”.

Ufficio Stampa
Amatori Rugby Capoterra