Peddio vince il Premio Dave Smith 2022/2023.

Una serata di festa, per festeggia il vincitore del Premio Dave Smith Roberto Peddio, nel ricordo di Chicco Sanna.

Così, in sintesi, si può definire un tranquillo pomeriggio domenicale che ha visto come protagonisti i giocatori di Capoterra e Olbia, (le due compagini si sono affrontati nel derby della penultima gara stagione della serie B) ma anche i tifosi che hanno letteralmente gremito gli spalti del comunale di via Trento, per incitare i propri beniamini.

Alla fine, come si dice in questi casi: “ha vinto lo sport, ha vinto il rugby”, ma in questo caso hanno vinto tutti i partecipanti alla festa del comunale.

E dopo fischio finale del match è stato il momento delle premiazioni.

I primi a ricevere un riconoscimento dal parte della società del presidente Andrea Cogoni sono stati i ragazzi dell’under 17 del Capoterra. Un gruppo fantastico che grazie al grande impegno profuso nel corso della stagione, hanno conquistato il titolo regionale di categoria.

E poi è stata la volta del “Premio Dave Smith”. Evento tanto atteso… soprattutto dai giocatori.

Si tratta dello storico riconoscimento che l’Amatori Rugby Capoterra attribuisce al giocatore che si è maggiormente distinto nel corso di tutta la stagione sportiva, sia dal punto di vista tecnico che nel suo impegno quotidiano a scuola o a lavoro e l’attaccamento alla maglia, quindi tutto quello che viene fatto in favore della società.

Premio Dave Smith 2022/2023 Roberto Peddio

Quest’anno la lotta a tre è stata vinta da Roberto Peddio che ha preceduto Luigi Geraci e Fabrizio Ferrentino. Un premio alla carriera, ma soprattutto un premio per l’attaccamento alla maglia dell’Amatori.

A stento Roberto ha trattenuto le lacrime, elargendo soprattutto abbracci a tutti con le immancabili foto ricordo. Un riconoscimento e un ringraziamento da parte della società nei confronti di un ragazzo che, subito dopo il fischio dell’arbitro ha preso le scarpette e, come da copione le ha appese al chiodo. Per lui l’ultima volta con la maglia dell’Amatori, ma anche l’ultima volta su di un campo di rugby in una gara ufficiale. La regola (per molti assurda) dice che in Italia (…e solo da noi) si possa giocare a rugby fino a 42 anni. Poi, basta, finito.. out, anche se il fisico dell’oramai “vecchietto” di turno è sano è può sopportare senza problemi altre battaglie.

A questo punto è d’obbligo fare due domande a Roberto Peddio.

Roberto, che sensazioni hai provato domenica sera con tutti quei festeggiamenti nei tuoi confronti?

“Una sensazione strana, un mix di gioia, di tristezza e di dolore. In cuor mio però ero contento perché stavo finendo la mia “carriera” rugistica nel migliore dei modi, dopo aver disputato un bel campionato, anche se avrei preferito avere qualcosa in più, ma alla fine va bene così”.

Felice?

“Sicuramente, perché in questa stagione ci siamo ripresi quello che avevamo lasciato per strada nel corso degli ultimi anni. Il Capoterra merita di essere nelle zone alte della graduatoria e forse anche di più. È stato davvero bello chiudere in casa con una vittoria nel derby e davanti a tanto pubblico”.

La ciliegina sulla torta è stato il Premio Dave Smith: una bella soddisfazione…

“Non mi aspettavo questo riconoscimento. Un premio che viene dato ai giocatori del Capoterra che disputano un buon campionato, hanno fatto qualcosa in più degli altri e hanno un grande attaccamento alla maglia per presenza in campo per affiatamento con il gruppo. Indubbiamente non pensavo di aver dimostrato di possedere tutte queste caratteristiche. Alla fine è arrivato, e per questo ringrazio la società e chi ha votato per me. Sono felice, molto felice. Ho sempre gioito con i miei compagni ogni volta che ricevevano il premio. Domenica sono stati loro a festeggiarmi. Commovente”.

Intervista a Roberto Peddio

Messo a riposo forzato dalla FIR, ma tu avresti continuato?

“È una regola che non è facile da digerire. Oggi mi chiedo: perché? Nelle altre discipline sportive la maggior parte degli atleti continuano senza problemi. Sinceramente io sono convinto che avrei potuto dare ancora qualcosa alla causa del Capoterra. Magari dei piccoli minutaggi, ma sono convinto che avrei potuto aiutare i miei compagni e la società. Fisicamente sono a posto, mi sento bene. La voglia di allenarmi e entrare in campo e fare “guerriglia” con i ragazzi dell’Amatori è ancora alta, quindi su questo sono un po’, come del resto accade a tutti i giocatori al quale viene tolto il giocattolo, deluso per questa scelta della Federazione”.

In questi anni di onorata carriera, qual è stata la gioia più grande che ti ha regalato il rugby?

“Sono tante le gioie e tante le soddisfazioni. Anzitutto, essere riuscito ad arrivare nella mia carriera rugbystica passando dalla serie C fino a giocare in serie A. La cosà più bella che mi ha dato questa disciplina è stata indubbiamente quella di aver conosciuto tante belle persone, tanti compagni di campo. Ho avuto bellissime esperienze sia in campo che fuori, ma anche la fortuna, grazie al Capoterra, di conoscere giocatori che hanno fatto la storia del rugby, giocando al loro fianco. Tuttora quando capita di pensarci e riflettere vedo il volto di Lisandro Arbitzu, Philips, Cassina e tanti altri giocatori di altissimo livello e da ultimo Juan Manuel Quirolo. Sono soddisfazioni bellissime che terrò per sempre conservate nel mio cuore”.

Le delusioni?

“No non ho mai avuto delusioni. Mi sento fortunato perché in tutti questi anni ho sempre ottenuto delle soddisfazioni. Anche quando è andato male qualcosa, vuole dire che siamo stati noi a non aver raggiunto l’obbiettivo, ma ripeto, il rugby mi ha dato tante gioie e felicità”.

Ora cosa farai?

“Ho una piccola società di rugby a Villasor e quindi lavorerò con dei fantastici bambini per costruire un percorso che, un domani possa far crescere la società così come ha fatto nel corso degli anni il Rugby Capoterra, che dal lontano 1976 ha cominciato a costruire quella che oggi è una realtà bellissima. L’impegno sarà sempre dedicato a far crescere i giovani e perché no, continuare a dare il mio apporto da tifoso al Capoterra”.

Intervista a Roberto Peddio

Il presidente Andrea Cogoni ha voluto ringraziare Roberto Peddio per ciò che in questi anni ha dato al Capoterra e il Premio Dave Smith è stato il giusto riconoscimento per un ragazzo che ha dato tanto a questa società.

“Il Premio Dave Smith è giunto orami alla sua quattordicesima edizione – dice Andrea Cogoni. – Un traguardo importante per la società e un riconoscimento molto ambito dai giocatori. Quest’anno è stato vinto da Roberto Peddio, un uomo di mischia, un veterano del Rugby Capoterra.

Per la prima volta i più votati sono stati proprio tre giocatori di mischia, tre persone che quest’anno si sono messe in gioco dando tantissimo alla società. Un aspetto importate che abbraccia lo spirito del Premio Dave Smith.

Roberto è quello che alla fine ha avuto il maggiore riconoscimento. Domenica lo abbiamo festeggiato ed è stato commovente vedere soprattutto i nostri giovani rugbisti che facevano a gara per poter fare una foto con lui.

È stata una giornata di festa che ha coinvolto la nostra under 17 campione regionale e poi, abbiamo voluto ricordare il nostro Chicco Sanna. La sua scomparsa ha lasciato in tutti noi un vuoto davvero incolmabile”.

Albo d’oro Premio Dave Smith

Ufficio Stampa
Amatori Rugby Capoterra